Un nuovo studio rivela che l'esposizione ai Pfas ha causato quasi 4000 decessi in più nell'Area Rossa del Veneto in 34 anni, evidenziando un aumento della mortalità per tutte le cause, in particolare per malattie cardiovascolari. I giovani risultano essere i più colpiti dal rischio di sviluppare tumori.
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Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health, mostra i contorni di una vicenda di cui si è parlato troppo poco, che si è consumata nell’Area Rossa del Veneto, dove la contaminazione da sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) ha messo a rischio la salute di molti cittadini.
Nel 2013, la scoperta di una vasta contaminazione delle acque ha gettato nel panico la popolazione residente in 30 comuni dell’Area Rossa, situati principalmente nelle province di Vicenza, Padova e Verona. Il problema delle concentrazioni preoccupanti di PFAS nelle acque superficiali, sotterranee e potabili ha riguardato circa 350.000 persone.
Ora un nuovo studio, condotto dal professor Annibale Biggeri dell’Università di Padova insieme al suo team e con la collaborazione di istituzioni come il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna, il Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e con il contributo di citizen science del gruppo Mamme No Pfas, ha rivelato dati sconcertanti.