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Sicurezza Alimentare

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Enorme successo per “Food for Profit”: il documentario sugli allevamenti intensivi fa il pieno di ascolti (dove lo puoi rivedere)

1,5 milioni di persone sono rimaste sintonizzate su Rai 3 per assistere alla puntata di “Report” dedicata al docufilm “Food for Profit” incentrato sul legame che c’è tra lobby dell’industria zootecnica e politica negli allevamenti intensivi

La puntata di “Report” dedicata al docufilm “Food for Profit” è andata in onda ieri sera su Rai 3, [n.d.r.5.5.2024] riscuotendo un enorme successo di pubblico. Con una platea di ben 1,5 milioni di persone, il programma ha fatto breccia nelle case degli spettatori italiani, suscitando interesse e dibattito su un tema cruciale: il legame tra lobby dell’industria zootecnica e politica negli allevamenti intensivi.

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Pfas, nuovo studio shock: quasi 4000 morti in più in Veneto in 34 anni (e i giovani sono i più colpiti dai tumori)

Un nuovo studio rivela che l'esposizione ai Pfas ha causato quasi 4000 decessi in più nell'Area Rossa del Veneto in 34 anni, evidenziando un aumento della mortalità per tutte le cause, in particolare per malattie cardiovascolari. I giovani risultano essere i più colpiti dal rischio di sviluppare tumori.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health, mostra i contorni di una vicenda di cui si è parlato troppo poco, che si è consumata nell’Area Rossa del Veneto, dove la contaminazione da sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) ha messo a rischio la salute di molti cittadini.

Nel 2013, la scoperta di una vasta contaminazione delle acque ha gettato nel panico la popolazione residente in 30 comuni dell’Area Rossa, situati principalmente nelle province di Vicenza, Padova e Verona. Il problema delle concentrazioni preoccupanti di PFAS nelle acque superficiali, sotterranee e potabili ha riguardato circa 350.000 persone.

Ora un nuovo studio, condotto dal professor Annibale Biggeri dell’Università di Padova insieme al suo team e con la collaborazione di istituzioni come il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna, il Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e con il contributo di citizen science del gruppo Mamme No Pfas, ha rivelato dati sconcertanti.

Pfas anche nel pesce e nei frutti di mare: alcune specie sono più contaminate di altre (ma non è chiaro il perché)

Uno studio, condotto dal Dartmouth College nel New England (Usa), ha rivelato che pesce e frutti di mare, in particolare gamberetti e aragoste, sono una fonte sottostimata di esposizione ai Pfas

Una nuova ricerca, condotta da esperti della Geisel School of Medicine presso il Dartmouth College negli Usa, rivela una fonte spesso sottovaluta di Pfas. Si tratta di alimenti che provengono dal mare, apparentemente sicuri ma che in realtà possono nascondere una minaccia invisibile, appunto una contaminazione da parte delle ormai note e onnipresenti sostanze perfluoroalchiliche.

Ci riferiamo in particolare a frutti di mare e pesce che lo studio, pubblicato sulla rivista Exposure and Health, ha rilevato essere una fonte significativa di esposizione ai Pfas, soprattutto nelle regioni costiere come il New England (presa a campione dello studio).

Frutti di bosco congelati: l’avvertenza sulla confezione che devi assolutamente conoscere

C'è un'avvertenza fondamentale che riguarda il consumo di frutti di bosco congelati e che forse non conosci (anche se è presente sulle confezioni)

L’utilizzo dei frutti di bosco congelati è diventata una scelta popolare per molti consumatori che apprezzano la loro praticità e disponibilità durante tutto l’anno. Questi frutti, congelati poco dopo la raccolta, conservano freschezza, gusto e valore nutrizionale, offrendo una soluzione comoda e versatile per una varietà di ricette: dagli smoothie alle torte, dalle macedonie di frutta, ai topping, ecc.

Tuttavia, è importante sempre prestare attenzione alla sicurezza alimentare e alle precauzioni consigliate per evitare rischi di contaminazione da patogeni.

Forse ricorderete infatti che, proprio i frutti di bosco congelati, sono recentemente finiti al centro dell’attenzione per una potenziale contaminazione da virus dell’epatite A e norovirus. Questo fenomeno preoccupante ha generato diversi allarmi negli anni precedenti e ora il nuovo richiamo che si è verificato in Italia evidenzia che il settore è ancora a rischio di contaminazione.

Bisfenolo A: l’Europa sta per vietarlo nei contenitori alimentari ma dove si trova esattamente il BPA? (LISTA)

La Commissione Europea ha proposto il divieto dell'uso di bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti e la consultazione pubblica è aperta fino all'8 marzo. La nuova normativa dovrebbe entrare in vigore per la fine del 2025 o l'inizio del 2026 ma ci sarà un periodo di transizione per le aziende che producono i materiali

La Commissione Europea ha annunciato già da tempo l’intenzione di vietare l’utilizzo del bisfenolo A (BPA) nei materiali a contatto con gli alimenti, inclusi imballaggi e plastica, ma ora il momento si sta avvicinando sempre più. Infatti, la proposta di Regolamento europeo è stata resa nota il 9 febbraio e il tempo per la consultazione pubblica aperta da Bruxelles, che mira a raccogliere opinioni e feedback, scadrà presto (l’8 marzo).

Il passo deciso verso il divieto di utilizzo di BPA nei contenitori è arrivato dopo la pubblicazione del parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che ha evidenziato preoccupazioni significative per la salute legate all’esposizione al BPA attraverso gli alimenti.

No, il logo con la rana della Rainforest Alliance non indica che quel prodotto contiene vaccini (né farina di insetti)

Sui social torna a spopolare l'assurda teoria secondo cui, dietro il bollino con la rana della "Rainforest Alliance", si nasconderebbero presunti vaccini o farina di insetti all'interno dei prodotti certificati.

Quanto c'è di vero? Assolutamente nulla, vi spieghiamo cosa sta a significare davvero quel bollino

Sui social impazzano ciclicamente teorie complottiste, questa volta è toccato ad una certificazione che esiste da molti anni. Parliamo di quella della Rainforest Alliance, con il simbolino della rana che tutti avrete notate su qualche prodotto almeno una volta.

Ebbene c’è chi ritiene che questo marchio nasconda in realtà oscuri segreti sui prodotti certificati. Secondo queste teorie, il logo della rana starebbe ad indicare non solo la presenza di farina di insetti (o di rana) negli alimenti ma addirittura vaccini mRNA aggiunti segretamente ai prodotti che così, ignari consumatori, sarebbero costretti ad assumere per via orale!

Cartelli contro la shrinkflation nei supermercati: Unilever trascina in tribunale Intermarché

Il colosso dei prodotti agroalimentari e per l'igiene Unilever (marchi Knorr, Amora, Ax e Carte d'Or) ha citato in giudizio la catena di supermercati francesi Intermarché per la sua campagna di affissioni contro il fenomeno della shrinkflation e ritenuta dalla multinazionale "denigratoria"

Avevano affisso tra le corsie dei supermercati cartelli del tipo “Avant, Magnum ça voulait dire grand”, “Prima, Magnum significava grande” o “Knorr, mi piacevi”, per contestare contro la dilagante shrinkflation e segnalare ai consumatori la sgrammatura (la riduzione del peso a parità di prezzo) di alcuni prodotti marchiati Findus, Knorr, Magnum e Carte d’Or.

L'”inganno” dei succhi di frutta 100% senza zucchero, sono queste le quantità da non superare per adulti e bambini

Anche i succhi 100% frutta e senza zuccheri aggiunti fanno ingrassare e contribuiscono ad aumentare i livelli di zucchero nel sangue. Un recente studio della Harvard TH Chan School of Public Health ha collegato il consumo quotidiano di questi succhi ad aumento di peso sia nei bambini che negli adulti.

Negli ultimi anni, nei supermercati sono arrivati sempre più numerosi i succhi di frutta realizzati con “100% frutta” e “senza aggiunta di zuccheri”. Apparentemente, questa nuova ondata di prodotti mira a soddisfare la crescente domanda di alternative più salutari e nutrienti, ma è davvero così? Dietro queste etichette accattivanti, si nascondono pur sempre prodotti industriali e ora una nuova ricerca sostiene anche che questi prodotti facciano comunque ingrassare e aumentare i livelli di zucchero nel sangue.

La recente analisi, condotta dalla Harvard TH Chan School of Public Health e pubblicata sulla rivista JAMA Pediatrics, mette in luce i legami tra il consumo di succhi di frutta al 100% e l’aumento di peso sia nei bambini che negli adulti.

Il problema chiave, sottolineato dai ricercatori, è la quantità di zucchero e calorie presenti naturalmente nei succhi di frutta. Il coautore dello studio, il Dr. Walter Willett, esperto di epidemiologia e nutrizione presso la Harvard TH Chan School of Public Health, ha dichiarato che bere succhi di frutta può portare a un rischio di sovradosaggio di zucchero, poiché è facile consumare quantità di frutta concentrate molto superiori a quelle che si mangerebbero normalmente.

Ferrero, Nestlé, Pepsi e altre multinazionali alimentari vendono all’89% (o più) cibo malsano, la conferma in un nuovo studio

Un nuovo studio condotto sulle vendite di 20 multinazionali del settore alimentare conferma ciò che già sapevamo: un alta percentuale di questi prodotti (l'89%) è non salutare. In alcuni casi, poi si arriva addirittura al 100% di prodotti insalubri

L’importanza di una sana alimentazione per la salute è ormai innegabile e tanti studi l’hanno confermato nel corso degli anni. Nonostante siano rimasti solo sette anni per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che mirano a porre fine all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme, la situazione alimentare a livello globale non è certo rosea.

Attualmente, 200 milioni di bambini sotto i cinque anni sono ancora colpiti da arresto della crescita o deperimento, al contrario circa 39 milioni di essi sono in sovrappeso.

Il lato amaro del cioccolato: 1 prodotto testato su 3 contiene piombo e cadmio (anche quelli Perugina e Nestlé)

Consumer Reports ha analizzato numerosi prodotti a base di cioccolato (non solo tavolette) per vedere se e in che misura contenevano cadmio e piombo, metalli pesanti che possono rappresentare un pericolo, soprattutto per bambini e donne incinte

Indice

Forse ricorderete che lo scorso anno avevamo parlato dei risultati di un test della rivista dei consumatori americani, Consumer Reports, condotto su 28 tavolette di cioccolato fondente. In quella occasione erano stati trovati piombo e cadmio in tutti i marchi analizzati e, in alcuni casi, questi superavano la dose massima consentita (MADL), secondo gli standard stabiliti dall’Office of Environmental Health Hazard Assessment (OEHHA) della California, per piombo (0,5 mcg) e cadmio (4,1 mcg).

 

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